Uno studio interessante
Tecnica

L’Università degli Studi di Palermo, in collaborazione con numerosi Diving, ha effettuato uno studio nell’ambito delle immersioni subacquee con A.R.A. (Auto Respiratore ad Aria). Il suddetto studio ha previsto la partecipazione volontaria di titolari di brevetto “Open Water Diver” e/o “Advanced Diver” e/o che abbiano conseguito la specialità “Deep Diver”. A ciascun soggetto é chiesto di fornire informazioni personali di carattere generale (inerenti l’età, la professione e altro) tramite tre questionari di autovalutazione con quesiti a risposta multipla.
La brillante pubblicazione a cura della dott.ssa Federica Amato ha visto il nostro neo Divemaster Saverio tra i volontari.
Di seguito i risultati cortesemente fatti pervenire.
Prima di tutto vi ringrazio per aver partecipato e contribuito alla ricerca e mi scuso per il ritardo della risposta. I test da voi compilati valutavano uno l’autostima (test con 10 domande) e uno l’ansia di tratto e l’ansia di stato (40 domande). In particolare la letteratura identifica l’ansia di stato come un’interruzione del continuum emozionale, cioè provoca una rottura nell'equilibrio emotivo della persona. Il soggetto prova un sentimento di insicurezza, di impotenza di fronte ad un danno percepito che lo può condurre o alla preoccupazione oppure alla fuga evitando la situazione. L’ansia di tratto, invece, si caratterizza come un elemento relativamente stabile della personalità. I soggetti che mostrano un’ansia di tratto più elevata hanno una sorta di predisposizione all’ansia , ovvero hanno maggiore probabilità, rispetto agli altri, di presentare alti livelli di ansia distato in circostanze a basso potenziale "ansiogeno" e/o, a parità di stimoli, di sperimentare livelli piùelevati di ansia. Di seguito riporto la ricerca e i risultati dei test.
Statistiche del DAN (diversallerter network, 1999) e dell’università di Rhodeisland (McAniff,1988) sostengono che il panico è stato responsabile del 20-30% degli incidenti in immersione . Per tali motivi, in questo campo, sono stati condotti numerosi studi sulla relazione tra l’ansia e l’attività
subacquea. Nonostante negli ultimi anni ci sia stato il contributo delle ricerche, si conoscono ancora molto poco i meccanismi che portano agli episodi di panico durante le immersioni, sono stati studiati pochissimo gli aspetti della personalità del subacqueo sia ricreativo che tecnico e altresì sono state poco indagate le basi psicodinamiche di questa attività e le sue correlazioni con altri sport estremi.
Sulla base delle premesse teoriche e delle ricerche già effettuate nel campo della subacquea, in questo studio si è ritenuto interessante esaminare la correlazione tra l’ansia di tratto e l’ansia di stato
con il livello di competenze e preparazione raggiunta dai soggetti che praticano attività subacquea. In tal senso non potevamo escludere dai criteri di ricerca l’autostima a causa della stretta relazione vigente fra questa e l’ansia.
La ricerca è stata condotta su 40 soggetti che praticano attività subacquea (gruppo ARA). Altri 20 soggetti sono stati reclutati come gruppo controllo, ovvero soggett i sedentari che non praticano
attività subacquea (gruppo C).
Il gruppo di soggetti praticanti attività subacquea è stato inoltre suddiviso in due gruppi in baseal livello del brevetto conseguito, rispettivamente in:
- Gruppo open, profondità massima raggiunta -18 metri, chiamato ARA 1;
- Gruppo advanced/specialità Deep, profondità massima raggiunta -40 metri, chiamato ARA
2.
Lo studio condotto ha due obiettivi:
- Obiettivo 1: confrontare i livelli di ansia di tratto, ansia di stato ed il livello di autostima tra soggetti che praticano attività subacquea a livello amatoriale e soggetti sedentari.
- Obiettivo 2: analisi delle relazioni tra l’ansia di tratto, ansia di stato e autostima nei tre gruppi.
Come è emerso da questo studio, i soggetti del gruppo C avevano livelli di ansia di tratto più elevata, di conseguenza anche livelli elevati di ansia di stato, rispetto ai soggetti dei due gruppi ARA. In letteratura, inoltre, è ampiamente accertata la forte relazione tra ansia e autostima, in particolare, ad alti livelli di ansia conseguono livelli di autostima più bassa (Dott. Anna Venturini,2014). In linea con i dati letterali, nel gruppo C i livelli di autostima risultavano più bassi rispetto a quelli dei due gruppi ARA.
I soggetti appartenenti al gruppo ARA 1, che raggiungono profondità inferiori (-18mt) rispetto al gruppo ARA 2 (-35 mt), avevano livelli di ansia di tratto e ansia di stato più bassi rispetto al gruppoC ma più elevati rispetto al gruppo ARA 2. In modo analogo i livelli di autostima del gruppo ARA 1 erano più alti dei livelli di autostima del gruppo C ma più bassi dei livelli di autostima del gruppoARA 2. In linea con i risultati ottenuti dagli altri due gruppi, il gruppo ARA 2 ha ottenuto livelli di ansia di tratto e ansia di stato più bassi e livelli di autostima più alti.
I risultati ottenuti da questo studio, dove i livelli più alti di ansia si sono riscontrati nel gruppo C, suggeriscono che i soggetti che si avvicinano all’attività subacquea abbiano livelli diansia inferiore rispetto a un campione di soggetti sedentari, evidenziando quindi la presenza di una caratteristica specifica di chi si approccia ad un addestramento subacqueo.
Per quanto riguarda la relazione tra i livelli di ansia nei due gruppi ARA, i dati suggeriscono che l’attività subacquea possa, attraverso l’addestramento, diminuire l’ansia nel soggetto in quanto il gruppo ARA 2, sottoposto ad una addestramento più duraturo per il raggiungimento di un livello successivo, presentava livelli più bassi di ansia.
Nella speranza di aver fatto un lavoro gradito vi ringrazio nuovamente.